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Màxima

Màxima 1538 770 Entre Dos Mundos

Màxima

Regia: Claudia Sparrow
Anno: 2019
Produzione: Perù, Stati Uniti
V.O.: spagnolo, inglese
Sottotitoli: italiano
Durata: 88 min
Genere: documentario
Cast: Máxima Acuña Atalaya, Mirtha Vásquez Chuquilin, Maryum Jordan, Ricardo Giesecke, Jacqueline Fowks

Una donna indigena delle Ande peruviane, che non sa né leggere né scrivere, si oppone al più grande produttore di oro del mondo, la Newmont Mining Corporation, con sede negli Stati Uniti.
Máxima sta combattendo senza paura per fermare un progetto minerario multimiliardario lanciato da Newmont e parzialmente finanziato dalla Banca Mondiale. Questo progetto distruggerebbe e contaminerebbe per sempre gli ecosistemi critici dell’acqua e del suolo. Ma senza la terra di Máxima, il progetto non è possibile.
Una disputa sulla terra si trasforma rapidamente in un caso di violazione dei diritti umani. Newmont usa violenza, intimidazioni e procedimenti penali – fino alla Corte Suprema – nel tentativo di sfrattare Máxima e la sua famiglia. Tuttavia, l’ambiente e centinaia di migliaia di vite umane sono in gioco, quindi Máxima continua a lottare.
Attraverso la lotta di Máxima per la giustizia, riveliamo i meccanismi di come una società transnazionale riesce a farla franca anche se viola i diritti umani e commette crimini ambientali, il ruolo della Banca Mondiale in questo, e la resistenza di una donna che si rifiuta di tirarsi indietro.

CLAUDIA SPARROW
Nata e cresciuta a Lima, in Perù, Claudia è stata riconosciuta come uno dei dieci registi più importanti del Perù. Il suo film “I Remember You”, interpretato da Stefanie Butler, è uscito nelle sale nel 2016. Il suo film di tesi dell’American Film Institute “El Americano”, girato a Lima e Los Angeles, ha vinto un Emmy Award nella categoria film drammatico. Claudia è anche la vincitrice del Franklin J. Schaffner Fellow Award per la regia di “El Americano”.

Premi:
HotDocs 2019 – Premio del pubblico

Festival Internazionale del Cinema Ambientale della Patagonia 2019 – Premio Miglior Film e Premio del Pubblico

Slamdance Film Festival 2020 – Menzione d’onore Gran Premio della Giuria

Seoul Eco Film Festival 2020 – Premio per il Miglior Film e Premio del Pubblico

Wild and Scenic Film Festival 2020 – Menzione d’onore

Los Lobos

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Los Lobos

ANTEPRIMA ITALIANA
in collaborazione con il Festival Del Cinema Africano, D’Asia e America Latina

Regia: Samuel Kishi Leopo
Sceneggiatura: Samuel Kishi Leopo, Sofía Gómez Córdoba, Luis Briones
Anno: 2019
Produzione: Messico
V.O.: Spagnolo
Sottotitoli: italiano
Durata: 95 min
Genere: drammatico
Interpreti: Martha Reyes Arias, Maximiliano Nájar Márquez, Leonardo Nájar Márquez

Max e Leo, otto e cinque anni, vengono portati dal Messico ad Albuquerque (Stati Uniti) dalla madre Lucia in cerca di una vita migliore. In attesa che la madre torni dal lavoro, i bambini esplorano il quartiere pericoloso attraverso la finestra del loro appartamento. Ascoltano le storie, le regole e le lezioni d’inglese che lei lascia su un vecchio registratore a cassette; costruiscono un universo immaginario con i loro disegni e desiderano che la madre mantenga la promessa di portarli a Disneyland. Il regista Samuel Kishi Leopo ricorda alcuni aspetti della sua infanzia in Los Lobos e li ricolloca in un contesto attuale molto carico: brutalmente onesto e allo stesso tempo poetico, malinconico e pieno di speranza.

SAMUEL KISHI LEOPO
Laureato in Arti Audiovisive all’Università di Guadalajara e fondatore della casa di produzione Cebolla Films, ha fatto il suo debutto cinematografico con l’acclamato lungometraggio “Somos Mari Pepa” (2014) in gara in più di 100 festival in tutto il mondo, tra questi Clermont Ferrand e la Berlinale. Los Lobos è il suo secondo lungometraggio, premiato ai festival di Berlino e dell’Avana.

Premi:
Festival de La Habana 2019 – Premios SIGNIS

Festival de Cine de Friburgo FIFF2020 – Premio Especial del Jurado Berlinale 2020 – Mejor Película en la sección Generation Kplus


Olhar de Cinema – Curitiba Int’l Film Festival 2020 -Premio della Critica ABRACCINE


LUCAS – Internationales Festival für junge Filmfans 2020 – Premio Bridging the Borders Award


BUFF Malmö Film Festival 2020 – The City of Malmö Children’s Award


Guanajuato International Film Festival 2020 – Miglior lungometraggio messicano

Le tre sepolture

Le tre sepolture 1538 770 Entre Dos Mundos

Le tre sepolture

Titolo originale: The Three Burials of Melquiades Estrada
Regia: Tommy Lee Jones
Sceneggiatura: Guillermo Arriaga
Anno: 2015
Paese: USA, Francia
Lingua: Inglese
Durata: 121 min
Produttore: Luc Besson, Michael Fitzgerald, Tommy Lee Jones, Pierre-Ange Le Pogam

Il ranchero Pete Perkins, per onorare la morte del suo amico Melquiades Estrada, ucciso da ignoti nel deserto del Texas e sepolto dalle autorità in una fossa comune, prima va in cerca dell’assassino e poi intraprende un viaggio verso il Messico, affinché l’amico possa essere degnamente tumulato nella sua città natale.

Armoniosamente sospeso fra realismo e allegoria, questo film nasce dall’incrocio fra due talenti e due nazionalità che in realtà formano una sola cultura.

Palma d’Oro 2005 per la miglior sceneggiatura a Guillermo Arriaga.

Palma d’Oro 2005 per il miglior attore Tommy Lee Jones.

GUILLERMO ARRIAGA
Scrittore, sceneggiatore, produttore e regista, nasce a Città del Messico il 13 marzo 1958.
La sua infanzia non può certo definirsi facile, essendo cresciuto in un quartiere violento della capitale. Inizia a scrivere negli anni dell’università e si afferma in poco tempo come uno dei più importanti scrittori latinoamericani.
Mentre lavora come docente universitario conosce il regista Alejandro González Iñárritu, con il quale instaura un vero e proprio sodalizio artistico. Scrive per lui la sceneggiatura di Amores perros, 21 grammi con cui vinse il British Awards per la Miglior Sceneggiatura e Babel, completando così una trilogia che ruota attorno al tema centrale della morte.
Nel 2005 riceve il Premio alla Miglior Sceneggiatura al Festival di Cannes per Le tre sepolture, diretto da Tommy Lee Jones, mentre nel 2008 si cimenta come regista nel film The Burning Plain, l’esordente Jennifer Lawrence vinse a Venezia il Premio Marcello Mastroianni. A Venezia 2014 presenta fuori concorso Words with Gods. Infine, nel 2015 scrive con Lorenzo Vigas la sceneggiatura di Ti guardo, primo film ispanoamericano a vincere il Leone d’Oro a Venezia.
Il suo lavoro di narratore è apprezzato per l’efficacia dei dialoghi e per l’utilizzo di strutture narrative complesse. L’esordio come scrittore è avvenuto nel 1991 con Pancho Villa e lo Squadrone Ghigliottina, seguito da Un dolce odore di morte, Il bufalo della notte e dalla raccolta di racconti Retorno 201, tutti pubblicati in Italia da Fazi Editori. Nel 2018 esce in Italia Il Selvaggio, il nuovo libro dell’autore, nella traduzione di Bruno Arpaia, edito da Bompiani.

Canción sin nombre

Canción sin nombre 1538 770 Entre Dos Mundos

Canción sin nombre

Regia: Melina León
Sceneggiatura: Melina León, Michael J. White
Anno: 2018
Paese: Perù
Lingua: Spagnolo, Quechua
Durata: 97 min
Produzione: Inti Briones, Melina León, Michael J. White
Cast: Pamela Mendoza, Tommy Párraga, Lucio Rojas, Maykol Hernández, Lidia Quispe

Georgina, giovane indigena incinta proveniente dalle Ande e da poco trasferitasi a Lima sta aspettando il suo primo figlio. Senza risorse, risponde all’annuncio di una clinica che offre assistenza gratuita per le donne incinte. Un’offerta troppo bella perché sia vera. La loro neonata viene rapita. Decisa a trovare sua figlia, cerca l’aiuto del giornalista Pedro Campos che accetta di condurre le indagini. Il film esplora la fine degli anni ’80 in Perù, quando si era di fronte a una delle peggiori crisi finanziarie e politiche della storia.

MELINA LEÒN
Regista peruviana che vive fra Lima e New York. La sua opera prima Canción sin nombre è stata presentata in anteprima alla Quinzaine des Réalisateurs di Cannes 2019 ed è stata nominata alla Caméra d’Or. Il film è stato selezionato in oltre 80 festival internazionali, vincendo diversi premi, tra cui quello per la miglior regia al Thessaloniki Film Festival, quello per il miglior film allo Stockholm Film Festival e il Cinevision Award per la miglior regia emergente al Munich Film Festival.

Ambientato in Perù, nel 1988, il film è ispirato a una storia vera sulla tratta di bambini che suo padre giornalista, Ismael Leon, portò alla luce.

Laureata al MFA della Columbia University, il suo cortometraggio El Paraíso de Lili, anch’esso ambientato in Perù nel 1988, ha fatto il suo debutto internazionale al 47° New York Film Festival.

Premi e festival
Selezionato ufficialmente in oltre 100 festival internazionali e vincitore di 35 premi, tra cui il Miglior Film al Festival di Stoccolma e il Miglior Regista al Thessaloniki Film Festival, Canción sin Nombre è uno dei film latinoamericani più importanti degli ultimi anni.

Words With Gods

Words With Gods 1538 770 Entre Dos Mundos

Words With Gods

Regia: Guillermo Arriaga, Hector Babenco, Alex de la Iglesia, Bahman Ghobadi, Amos Gitai, Emir Kusturica, Mira Nair, Hideo Nakata, Warwick Thornton
Sceneggiatura: Zoya Akhtar, Guillermo Arriaga, Bahman Ghobadi, Zoya Akhtar, Hector Babenco, Amos Gitai, Reema Kagti, Jorge Guerricaechevarría, Hideo Nakata, Dunja Kusturica, Emir Kusturica, Warwick Thornton, Álex de la Iglesia
Anno: 2014
Paese: Messico, USA
Lingua: Inglese
Durata: 129 min
Produzione: Alex Garcia, Guillermo Arriaga, Lukas Akoskin

Film incentrato sul rapporto Uomo-Religione ed il ruolo che quest’ultima gioca nella storia contemporanea. Un progetto nato da un’idea del regista Guillermo Arriaga (che lo ha anche prodotto) e curato da Mario Vargas Llosa. La pellicola racconta nove storie di personaggi provenienti da culture differenti, dirette da nove registi diversi che raccontano la propria visione della fede.

Nove potenti storie per raccontare come l’umanità affronta in maniera diversa l’esperienza della nascita e della morte, la fede perduta e quella ritrovata: spiritualità aborigena (Warwick Thornton), umbanda (Héctor Babenco), induismo (Mira Nair), buddismo (Hideo Nakata), ebraismo (Amos Gitai), cattolicesimo (Álex de la Iglesia), cristianesimo ortodosso (Emir Kusturica), islam (Bahman Gobadhi), ateismo (Guillermo Arriaga).

Una fotografia dell’umanità che, attraverso uno sguardo globale, affronta le diversità ed il significato delle credenze religiose nella vita di tutti gli esseri umani, tra fede perduta e ritrovata. Le animazioni sono di Maribel Martinez mentre la colonna sonora è firmata da Peter Gabriel.

Presentato Fuori Concorso alla 71ª Biennale di Cinema di Venezia.

GUILLERMO ARRIAGA
Scrittore, sceneggiatore, produttore e regista, nasce a Città del Messico il 13 marzo 1958.
La sua infanzia non può certo definirsi facile, essendo cresciuto in un quartiere violento della capitale. Inizia a scrivere negli anni dell’università e si afferma in poco tempo come uno dei più importanti scrittori latinoamericani.
Mentre lavora come docente universitario conosce il regista Alejandro González Iñárritu, con il quale instaura un vero e proprio sodalizio artistico. Scrive per lui la sceneggiatura di Amores perros, 21 grammi con cui vinse il British Awards per la Miglior Sceneggiatura e Babel, completando così una trilogia che ruota attorno al tema centrale della morte.
Nel 2005 riceve il Premio alla Miglior Sceneggiatura al Festival di Cannes per Le tre sepolture, diretto da Tommy Lee Jones, mentre nel 2008 si cimenta come regista nel film The Burning Plain, l’esordente Jennifer Lawrence vinse a Venezia il Premio Marcello Mastroianni. A Venezia 2014 presenta fuori concorso Words with Gods. Infine, nel 2015 scrive con Lorenzo Vigas la sceneggiatura di Ti guardo, primo film ispanoamericano a vincere il Leone d’Oro a Venezia.
Il suo lavoro di narratore è apprezzato per l’efficacia dei dialoghi e per l’utilizzo di strutture narrative complesse. L’esordio come scrittore è avvenuto nel 1991 con Pancho Villa e lo Squadrone Ghigliottina, seguito da Un dolce odore di morte, Il bufalo della notte e dalla raccolta di racconti Retorno 201, tutti pubblicati in Italia da Fazi Editori. Nel 2018 esce in Italia Il Selvaggio, il nuovo libro dell’autore, nella traduzione di Bruno Arpaia, edito da Bompiani.

El ombligo de Guie’dani

El ombligo de Guie’dani 1538 770 Entre Dos Mundos

El ombligo de Guie'dani

Regia: Xavi Sala
Sceneggiatura: Xavi Sala
Anno: 2018
Paese: Messico
Lingua: Spagnolo, Zapoteco
Durata: 119 min
Produzione: Xavi Sala p.c.
Cast: Sótera Cruz, Érika López, Majo Alfaroh Yuriria del Valle, Juan Ríos, Valentina Buzzurro, Jerónimo Kesselman, Mónica del Carmen

Guie’dani è una bambina indigena zapoteca di Oaxaca. Lei e sua madre si trasferiscono per lavorare con una famiglia in un ricco quartiere di Città del Messico. La nuova vita in città per Guie’dani è uno shock e la nuova famiglia cerca di imporle i propri costumi. La bambina entra così in conflit­to con ciò che la madre le ha insegnato, ma tutto cambia quando incontra Claudia, figlia di un’altra domestica, con la quale inizia un’intensa amicizia.

XAVI SALA
Nato in Alicante, Spagna, nazionalizzato messicano. Laureato in Giornalismo. Scrittore, regista e produttore cinematografico. I suoi nove cortometraggi hanno partecipato a numerosi festival in tutto il mondo, hanno vinto più di ottanta premi e riconoscimenti internazionali. Il suo cortometraggio “Hiyab” è stato nominato ai Premi Goya. Ha una vasta esperienza come docente di sceneggiatura in America Latina, Spagna e Africa.
“Xquipi’ Guie’dani” (L’ombelico di Guie’dani) è il suo primo lungometraggio da regista, Menzione Speciale per la migliore attrice al Festival Internacional de Cine de Morelia e il Premio Radio Exterior de España per il film che meglio descrive refleja la realtà ibero-americana al Festival de Cine Iberoamericano de Huelva.

Zama

Zama 1538 770 Entre Dos Mundos

Zama

Regia: Lucrecia Martel
Sceneggiatura: Lucrecia Martel
Anno: 2017
Paese: Argentina, Brasile, Spagna, Francia, Paesi Bassi, Messico, Portogallo, Stati Uniti
Lingua: Spagnolo
Durata: 115 min
Produzione: Rei Cine, Bananeira Filmes
Cast: Daniel Giménez Cacho, Lola Dueñas, Matheus Nachtergaele, Juan Minujín, Mariana Nunes, Daniel Veronese, Carlos Defeo

Zama, un funzionario della Corona spagnola nato in Sud America, è in attesa di una lettera del Re che gli conceda il trasferimento da una colonia, in cui ormai si sente intrappolato, a un incarico migliore.
La sua situazione è delicata. Deve assicurarsi che niente ostacoli il suo trasferimento. È dunque costretto ad accettare remissivamente ogni incarico che gli viene affidato da nuovi Governatori che si succedono, mentre lui rimane dov’è.
Gli anni passano e la lettera del Re non arriva. Quando Zama si accorge che tutto è ormai perduto, si unisce a un gruppo di soldati a caccia di un pericoloso brigante.

LUCRECIA MARTEL
Con la sua opera, la cineasta argentina Lucrecia Martel ha saputo ritagliarsi un posto di rilievo nella comunità cinematografica internazionale.
ZAMA (2017) è il suo quarto lungometraggio dopo aver scritto e diretto La mujer sin cabeza (2008), La niña santa (2004) e La ciénaga (2001).
I suoi film sono stati acclamati ai più importanti festival internazionali tra cui: Cannes, Berlino, Venezia, Toronto, New York, Sundance e Rotterdam.
Retrospettive del suo lavoro sono state presentate a numerosi festival del cinema e presso prestigiose istituzioni quali Harvard, Berkeley o alla Tate Modern di Londra.
Lucrecia Martel è stata membro della giuria ai festival di Berlino, Cannes, Venezia, Sundance e Rotterdam e ha inoltre tenuto varie master class in tutto il mondo.

The Burning Plain – Il confine della solitudine

The Burning Plain – Il confine della solitudine 1538 770 Entre Dos Mundos

The Burning Plain
Il confine della solitudine

Regia: Guillermo Arriaga
Sceneggiatura: Guillermo Arriaga
Anno: 2008
Paese: USA, Francia
Lingua: Inglese
Durata: 107 min
Produzione: Walter Parkes
Laurie Macdonald
Cast: Charlize Theron, John Corbett, Kim Basinger
Joaquim De Almeida

Mariana, una sedicenne che cerca disperatamente di rimettere assieme i cocci delle vite dei genitori in una città di confine in Messico; Sylvia, una donna di Portland che deve affrontare un’odissea emotiva per cancellare un peccato del suo passato; Gina e Nick, una coppia alle prese con un’intensa relazione clandestina e Maria, una giovane ragazza che aiuta i genitori a trovare la redenzione, il perdono e l’amore. Solo apparentemente le loro storie sembrano scollegate.

Presentato in concorso alla 65ª Biennale del Cinema di Venezia.

Premio Marcello Mastroianni a Jennifer Lawrence.

GUILLERMO ARRIAGA
Scrittore, sceneggiatore, produttore e regista, nasce a Città del Messico il 13 marzo 1958.
La sua infanzia non può certo definirsi facile, essendo cresciuto in un quartiere violento della capitale. Inizia a scrivere negli anni dell’università e si afferma in poco tempo come uno dei più importanti scrittori latinoamericani.
Mentre lavora come docente universitario conosce il regista Alejandro González Iñárritu, con il quale instaura un vero e proprio sodalizio artistico. Scrive per lui la sceneggiatura di Amores perros, 21 grammi con cui vinse il British Awards per la Miglior Sceneggiatura e Babel, completando così una trilogia che ruota attorno al tema centrale della morte.
Nel 2005 riceve il Premio alla Miglior Sceneggiatura al Festival di Cannes per Le tre sepolture, diretto da Tommy Lee Jones, mentre nel 2008 si cimenta come regista nel film The Burning Plain, l’esordente Jennifer Lawrence vinse a Venezia il Premio Marcello Mastroianni. A Venezia 2014 presenta fuori concorso Words with Gods. Infine, nel 2015 scrive con Lorenzo Vigas la sceneggiatura di Ti guardo, primo film ispanoamericano a vincere il Leone d’Oro a Venezia.
Il suo lavoro di narratore è apprezzato per l’efficacia dei dialoghi e per l’utilizzo di strutture narrative complesse. L’esordio come scrittore è avvenuto nel 1991 con Pancho Villa e lo Squadrone Ghigliottina, seguito da Un dolce odore di morte, Il bufalo della notte e dalla raccolta di racconti Retorno 201, tutti pubblicati in Italia da Fazi Editori. Nel 2018 esce in Italia Il Selvaggio, il nuovo libro dell’autore, nella traduzione di Bruno Arpaia, edito da Bompiani.

Restos de viento

Restos de viento 1538 770 Entre Dos Mundos

Restos de viento

Regia: Jimena Montemayor Loyo
Sceneggiatura: Jimena Montemayor Loyo
Anno: 2017
Paese: Messico
Lingua: Spagnolo
Durata: 93 min
Produzione: Conejo Media, Varios Lobos y Zoología Fantástica
Cast: Dolores Fonzi, Paulina Gil, Diego Aguilar, Rubén Zamora

Dopo l’inspiegabile assenza del marito, Carmen fatica ad adattarsi al vuoto di una casa che sembra sgretolarsi. Depressa e incapace di occuparsi della situazione, l’alcool e i farmaci controllati diventano il suo rimedio per affrontare il dolore che si porta dentro. Daniel, il figlio più giovane, riceve una visita inaspettata che va oltre i limiti della realtà. Ana, la figlia maggiore, vive un rifiuto della vita adulta. I due fratelli cercheranno di aiutare la madre ad accettare ciò che non vuole vedere.

JIMENA MONTEMAYOR LOYO
Laureata in Cinematografia presso il Centro de Capacitación Cinematográfica (CCC) di Città del Messico. Ha firmato la fotografia del cortometraggio di Elisa Miller, Ver llover (2006), vincitore del premio per il miglior cortometraggio di finzione al 4° Morelia International Film Festival (FICM) e della Palma d’oro come miglior cortometraggio al 60° Festival di Cannes. Ha vinto il premio come Miglior Film Studentesco al 3° SoCal Film Festival, California, per il suo cortometraggio di finzione Sentinels (2007). Ha partecipato, con il suo cortometraggio di finzione Como pez en el agua (2009), alla 6° Esposizione Internazionale delle Donne del Cinema e della Televisione, Messico; e al 18° Festival Iberoamericano di Cinema e Video Cinesul, Rio de Janeir, tra gli altri. Ha partecipato al 65° Locarno Film Festival (come Work in Progress), e al Pitching Market del 16° Guanajuato International Film Festival (GIFF), con il suo film d’esordio En la sangre (2014).

Tempestad

Tempestad 1538 770 Entre Dos Mundos

Tempestad

Regia: Tatiana Huezo
Sceneggiatura: Tatiana Huezo
Anno: 2016
Paese: Messico
Lingua: Spagnolo
Durata: 84 min
Produzione: Nicolás Celis, Sebastián Celis
Cast: Adela Alvarado, Miriam Carbajal

Attraverso un viaggio soggettivo ed emotivo, il film mostra come la paura paralizza. La paura come malattia che impedisce di porsi davanti alla propria vita, davanti al futuro dei propri figli, che offusca la possibilità di sognare e di crescere.
Tempestad è il viaggio parallelo di due donne (Miriam e Adela) che, come uno specchio, riflettono ciò che la violenza e l’impunità hanno generato in Messico.
Attraverso le loro voci, entriamo nei loro sentimenti più profondi, dove vivono la perdita e il dolore, ma anche l’amore, la dignità e la resistenza.

TATIANA HUEZO
Cineasta messicano-salvadoregna.
Si è laureata presso il Centro de Capacitación Cinematográfica di Cittá del Messico e ha un Master in Documentario Creativo presso l’Universidad Pompeu Fabra di Barcellona.
Si è guadagnata una reputazione internazionale con il suo primo lungometraggio El lugar más pequeño (2011), vincitore di numerosi premi, che è stato proiettato in più di 50 festival ed è stato descritto da Variety come “una profonda espressione del doppio potere della vita e della morte, un debutto sublime”. Huezo ha diretto anche i cortometraggi Tiempo Cáustico (1997), El Ombligo del mundo (2001), Retrato de Familia (2005), Ver, Oír y Callar (2015) e Ausencias (2015). Tempestad è il suo secondo lungometraggio.
Tatiana Huezo è membro del Sistema Nazionale di Creatori d’Arte.